La multinazionale ArcelorMittal ha proposto al governo Meloni di riaprire il dialogo sul caso dell’ex Ilva. Secondo Aditya Mittal, amministratore delegato, l’azienda è disposta a cedere le sue quote a Invitalia o a mantenere una quota di minoranza nell’ex Ilva. La mossa segue la decisione del Consiglio di Stato di sospendere un’ordinanza che permetteva a Snam di interrompere l’approvvigionamento di gas all’acciaieria a causa di bollette non pagate.
di Carlo Longo
ArcelorMittal, la multinazionale siderurgica, ha offerto di intraprendere nuovamente il dialogo con il governo Meloni riguardo l’annoso problema dell’ex Ilva. Aditya Mittal, l’amministratore delegato dell’azienda, ha affermato che sono disposti a cedere le loro quote a Invitalia, la società di sviluppo economico del governo italiano, oppure a mantenere una quota di minoranza nell’ex Ilva.
L’offerta giunge in seguito alla decisione del Consiglio di Stato di interrompere una disposizione del Tribunale Amministrativo Regionale lombardo che aveva concesso a Snam, un’azienda energetica italiana, di sospendere la fornitura di gas all’acciaieria di Taranto a causa di pagamenti non effettuati, insieme al via dell’iter per il commissariamento e la garanzia di liquidità corrente con un prestito ponte per 320 milioni da parte dell’esecutivo.
Nonostante le divergenze, Mittal ha espresso il desiderio di trovare una soluzione risolutiva per proteggere l’attività di AdI ed i loro investimenti effettuati nell’ex Ilva dal 2018.
ArcelorMittal ha quindi offerto di trasferire la sua intera partecipazione a Invitalia ad un prezzo che riflette soltanto parte del loro investimento. Nonostante il rifiuto iniziale, Mittal ha sottolineato che l’offerta rimane valida, dovrebbe il governo decidere di rivedere la posizione espressa da Invitalia.
Mittal ha inoltre esposto la disponibilità dell’azienda ad agire come un partner strategico di minoranza, offrendo la loro competenza tecnica e industriale alla joint venture con Invitalia, mentre il governo trova una soluzione definitiva per questo asset strategico di rilevanza nazionale. “Comprendiamo che il governo – afferma l’ad della multinazionale – preferisce porre fine alla partnership con il nostro gruppo e selezionare un partner diverso con cui programmare il futuro di AdI, nonostante noi abbiamo aiutato AdI a completare in modo pieno e tempestivo il suo piano ambientale e a realizzare 2 miliardi di investimenti e sostenuto la sua attività durante il difficile periodo del Covid e della crisi dei costi dell’energia”. Inoltre, “abbiamo acconsentito – prosegue Aditya Mittal – di proseguire questa partnership oltre la formale scadenza di maggio 2022 prevista nell’accordo di investimento originario nell’aspettativa che il sostegno pubblico per AdI, offerto dalle amministrazioni precedenti, si materializzasse”.
Mittal ha confermato anche che sono disposti ad accettare il livello di un azionista di minoranza, incluso il rilascio del controllo congiunto e di qualunque potere di veto, attraverso la conversione dei finanziamenti soci e un’iniezione di capitale da parte di Invitalia.
Infine, l’amministratore delegato ha ribadito la disponibilità dell’azienda a vendere la loro partecipazione azionaria a un investitore indicato dal governo ad un prezzo equivalente al loro ultimo contributo. Ha dichiarato che l’azienda resta in attesa di essere contattata dall’ufficio del governo o dai suoi rappresentanti per discutere i prossimi passi.
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