Intervista realizzata in occasione del simposio dell’Aeronautica Militare a Giovanni Soccodato, Executive Group Director Business Development di MBDA e Managing Director di MBDA: “L’Italia deve prendere atto della minaccia ipersonica. I recenti eventi in Ucraina ci hanno dimostrato che l’utilizzo di armi ipersoniche può cambiare completamente lo scenario operativo di un conflitto e quindi avere una capacità di sviluppare competenze che consentano di mettere a punto una difesa completa ed estendere i sistemi di difesa aerea, anche alle minacce ipersoniche, è fondamentale

Redazione

Giovanni Saccodato

La prospettiva che la migliore difesa della pace sia la difesa militare spesso solleva un dibattito complesso e polarizzato. Un equilibrio tra potere militare, diplomazia e impegno nella costruzione di relazioni internazionali appare a detta degli osservatori più autorevoli come l’approccio più completo e più efficace nel promuovere e mantenere la pace a livello globale. Equilibrio che tuttavia non può non tenere conte dell’innovazione tecnologico e dell’impatto che essa produce in campo militare.

In questa logica e a titolo di esempio significativo, è utile approfondire il tema della minaccia ipersonica pubblicando l’intervista integrale rilasciata da Giovanni Soccodato, Executive Group Director Business Development di MBDA e Managing Director di MBDA Italia, agli organizzatori del Simposio “Sviluppare la capacità ipersonica”, che si è svolto presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, il 9 e 10 novembre, in occasione delle celebrazioni del centenario dall’Aeronautica Militare italiana.

In un’ottica geopolitica mondiale, cosa significa oggi per l’Italia affrontare la sfida dello sviluppo della capacità ipersonica? Quali criticità e quali opportunità implica questa sfida?

L’Italia può e deve prendere atto della minaccia ipersonica. I recenti eventi in Ucraina ci hanno dimostrato che l’utilizzo di armi ipersoniche può cambiare completamente lo scenario operativo di un conflitto e quindi avere una capacità di sviluppare competenze che consentano di mettere a punto una difesa completa ed estendere i sistemi di difesa aerea, anche alle minacce ipersoniche, è fondamentale.

Per fare questo è importante capire in quale contesto sviluppare questi progetti, con quali Paesi poter mettere assieme capacità, competenze e anche una capacità di investimento per poter realizzare in tempi rapidi una risposta a quella che sta diventando un’urgenza operativa estremamente importante.

Parlando di presupposti e condizioni, lo sviluppo della capacità ipersonica coinvolge dimensioni molto diverse: non solo tecnologia, innovazione e ricerca ovviamente, ma anche scelte infrastrutturali, industriali, finanziarie, politiche e legislative. Quale dimensione è a suo avviso la più strategica, nel caso dell’Italia?

MBDA da molti anni si sta confrontando su come contrastare la minaccia ipersonica. Dallo sviluppo del missile Aster, soprattutto nelle sue ultime versioni, ha introdotto continuamente innovazioni, consentendo di migliorarne le performance.

La sfida è quella di guardare avanti, al futuro, a nuove capacità, nuove tecnologie, nuove possibilità operative. Per questo è fondamentale avere anche cervelli che ci consentano di realizzare queste innovazioni e quindi, pensando al Paese, sarà fondamentale attrarre giovani verso le discipline STEM e creare nuovi talenti che consentano poi di contribuire nel mondo della ricerca, nel mondo dell’industria allo sviluppo di innovazione. Credo sarà un elemento abilitante per il futuro del nostro Paese e in particolar modo anche per lo sviluppo di sistemi per contrastare minacce ipersoniche nel futuro.

Quali possibili ricadute di know-how in ambito civile può avere lo sviluppo della capacità ipersonica nel settore della Difesa?

Come dimostrato nel passato dalla storia, molto spesso applicazioni, prodotti, soluzioni sviluppati per applicazioni militari hanno poi trovato un impiego nella nostra vita quotidiana, aiutandoci a vivere meglio e a svolgere meglio molte attività. Anche il trasporto aereo, sicuramente il trasporto aereo veloce, è una delle sfide cui si sta guardando in futuro e la messa a punto di tecnologie ipersoniche sicuramente consentirà di rendere più affidabili i velivoli, che permetteranno di trasportare le persone anche in tempi molto rapidi, riducendo estremamente i tempi di percorrenza.

Proprio per questo, recentemente, la Commissione Europea ed ESA hanno deciso di lanciare un progetto teso proprio a mettere a punto un prototipo dimostratore entro il 2026, che consenta poi di sviluppare un sistema aereo di trasporto civile nei prossimi anni.

Quali specifiche condizioni (competenze, capacità, investimenti) il sistema industriale del paese deve mettere in campo per vincere questa sfida?

Sarà necessario sviluppare capacità, competenze tecnologiche ed innovazioni che consentano di mettere a punto in tempi rapidi progetti per contrastare la minaccia ipersonica. Proprio per questo, MBDA nell’ultimo anno ha presentato un progetto nell’ambito EDF (ndr European Defence Fund) per poter sviluppare un’architettura e un concetto di nuovo missile anti-ipersonico. Il progetto di HYDIS2, HYpersonic Defence Interceptor Study, che prevede la partecipazione di aziende da 14 Paesi, 19 partner, consentirà di sviluppare nei prossimi anni tecnologie e anche un prototipo architetturale del nuovo sistema anti-ipersonico.

Cosa può chiedere il mondo delle imprese alle istituzioni per poter essere competitivi in questo campo così avanzato? Cosa invece al settore accademico? 

L’Italia ha fatto un passo molto importante, sottoscrivendo insieme a Francia, Germania e Paesi Bassi, la lettera d’intenti per supportare il progetto HYDIS2 in ambito europeo. Ora è importante che anche a livello nazionale siamo conseguenti, garantendo continuità di finanziamenti a progetti di innovazione in questo settore, sia verso l’industria, sia verso il mondo accademico, dell’università e della ricerca, e anche mettendo assieme tutte quelle modifiche o miglioramenti di sistemi normativi, autorizzativi e regolamentari che consentano di facilitare la collaborazione fra Paesi europei su progetti tecnologici avanzati e di collaborare anche alla realizzazione di progetti concreti nella Difesa. Questo penso sia molto importante dal punto vista industriale.

Dal punto di vista accademico è importante che temi di ricerca, progetti, dottorati avanzati su materiali, su tecnologie, su processing ad alta velocità (non ci dimentichiamo che i sistemi ipersonici vanno ad altissima velocità, le decisioni vanno prese in tempi brevissimi) vengano realizzati e sviluppati proprio a supportare questi progetti in futuro.

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