Meloni ha indetto un tavolo tecnico per fronteggiare l’emergenza siccità. L’obiettivo del governo è semplificare la normativa e introdurre deroghe che consentano una gestione più efficiente del fenomeno. Sul punto è stato interrogato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in occasione del Question Time alla Camera

di Carlo Longo

La necessità di arginare l’emergenza idrica ha indotto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a convocare un tavolo ad hoc a cui hanno partecipato il ministro per gli Affari Europei Politiche di Coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, il ministro  dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, il ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, Nello Musumeci, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, e i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli.

L’obiettivo è dare vita a un provvedimento idoneo a semplificare le normative e introdurre deroghe che consentano di accelerare sui lavori essenziali per fronteggiare la siccità  individuando “un commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla Cabina di regia”, secondo quanto si apprende da una nota di Palazzo Chigi.

La riunione ha preceduto il Question Time alla Camera del ministro Lollobrigida al quale è stato chiesto di descrivere in che modi l’esecutivo abbia intenzione di fronteggiare l’emergenza siccità. “È urgente procedere a una razionalizzazione delle governance: oggi abbiamo un mare di enti e istituzioni che devono affrontare il problema con un passaggio da una scrivania all’altra. Va semplificato per risolvere i problemi”, ha spiegato il ministro dell’Agricoltura.

Secondo Lollobrigida è necessario procedere attuando “una programmazione di breve, di medio e di lungo periodo e la cabina di regia si occuperà di una pianificazione in questo senso che coinvolgerà evidentemente anche il Parlamento”. Occorre in primo luogo “efficientare gli acquedotti, nei quali c’è una dispersione idrica che arriva quasi al 50% in termini di perdite, con le aziende agricole che consumano il 53% di acqua. È poi indispensabile elaborare un piano per la realizzazione di invasi e bacini e farlo in maniera rapida, semplificando le norme”.

Per quanto riguarda i fondi necessari Lollobrigida ha ricordato che  “abbiamo a disposizione quasi 8 miliardi, lì da qualche anno con l’impossibilità spesso di essere spesi per ragioni burocratiche, normative su cui bisognerà intervenire rapidamente”. Del resto, il ministro ha evidenziato quanto la siccità non sia un problema insorto improvvisamente ma sia “strutturale negli ultimi 20 anni perchè siamo al quinto evento siccitoso che poteva essere affrontato in modo diverso nella previsione e utilizzo delle risorse”.

“Mi auguro che nei prossimi giorni – ha proseguito Lollobrigida – il Parlamento sia coinvolto per ragionare di azioni immediate che permettano un intervento di semplificazione o sussidiarietà rispetto a coloro che non hanno agito nei tempi e nei modi per spendere risorse utili a prevenire gli effetti della siccità”. Il ministro infine ha ribadito l’importanza di puntare sulle nuove tecnologie e incentivare colture che necessitino di meno acqua.

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