Ha preso avvio il tavolo sulle pensioni al Ministero del Lavoro, Calderoni preannuncia massimo impegno ma Landini lamenta “disponibilità generica”. Intanto in Francia sono scesi in piazza oltre 2 milioni di persone per protestare contro una proposta del sistema pensionistico che vorrebbe alzare da 62 a 64 anni l’età pensionabile
di Corinna Pindaro
Il tavolo sulle pensioni annunciato dalla ministra del Lavoro, Marina Calderoni, non è stato all’altezza delle aspettative. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha lamentato che gli interventi di fatto non vanno nella giusta direzione: “L’incontro non è andato bene. Non abbiamo avuto nessuna risposta, solo una disponibilità generica”, ha detto lamentando che non sono state date risposte né sui tempi, che a suo parere dovrebbero essere stretti e chiudersi entro aprile, nè sulle risorse.
Eppure la titolare del dicastero del Lavoro ha parlato di “priorità” della riforma pensionistica sottolineando che è finito il tempo degli “interventi tampone” e occorre adesso “inquadrare gli interventi fatti in legge di Bilancio”. Infatti “non è un tavolo allargato” come quello sulla sicurezza ma vuole “creare una agenda per le riflessioni sul sistema pensionistico. Il ministero ascolterà tutti coloro che vorranno portare contributi”, ha sottolineato Calderone.
Secondo quanto riferito dai presenti Calderone ha esplicitamente dichiarato che “alcuni interventi non hanno portato consenso, come Opzione donna” pertanto “vi è il massimo impegno per trovare misure per rivedere alcuni passaggi della norma”. La ministra ha poi aggiunto, proponendo un nuovo incontro l’8 febbraio: “Il tema donna e giovani non è soltanto in opzione donna, ma permea tutto il sistema, per cui da questo tavolo devono, uscire soluzioni”.
Intanto in Francia a fronte della proposta di riforma delle pensioni che vorrebbe alzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni sono scesi in piazza oltre 2 milioni di francesi. Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgt, Philippe Martinez, mentre il ministero dell’Interno non ha fornito le sue stime. Le manifestazioni a Parigi e in molte altre località di tutto l’Esagono sono state oltre 200, nel giorno dello sciopero generale proclamato dai sindacati.
Con lo sciopero dei sindacati contro la riforma delle pensioni è iniziato il ‘giovedì nero’ dei francesi. A incrociare le braccia sono stati molti lavoratori dipendenti del settore dei trasporti: dai lavoratori ferroviari della Sncf e della Ratp (la rete di trasporti di Parigi) ai controllori di volo negli aeroporti e quelli dei trasporti pubblici di molte città, a partire dalla capitale. L’agitazione coinvolge anche le scuole, gli ospedali, oltre a raffinerie e stazioni di servizio.
Il presidente francese Emmanuel Macron, parlando in conferenza stampa a Barcellona nell’ambito del 27esimo vertice tra Spagna e Francia, ha fatto sapere che il governo andrà avanti con la riforma delle pensioni nonostante le proteste. “E’ un bene ed è legittimo che si esprimano tutte le opinioni, questa è la democrazia”, ma “in ogni democrazia ci sono regole e norme e bisogna agire quando è il momento”, ha affermato Macron.
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