Matteo Messina Denaro è stato trovato in una clinica a Palermo dove si recava per periodici cicli di chemioterapia. Ha a lungo girato indisturbato nella clinica, stringendo rapporti con sanitari e pazienti. Eppure, c’è chi l’arresto lo aveva preannunciato: Salvatore Baiardo ai microfoni di La7
di Emilia Morelli
Matteo Messina Denaro, l’ultimo dei stragisti, è stato trovato in una clinica di Palermo, La Maddalena, dove si recava per periodici cicli di chemioterapia in day ospital. L’ultimo dei grandi latitanti di Cosa nostra ha girato per lungo tempo indisturbato facendo la spola tra Campobello di Mazara, dove era situato il suo covo, e la clinica palermitana facendosi identificare come Andrea Bonafede. All’interno della clinica tutti conoscevano il signor Bonafede, e tutti erano colpiti dai suoi modi gentili e il suo abbigliamento elegante.
Nel tempo le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro erano progressivamente peggiorate e i sanitari hanno espressamente affermato che le sue aspettative di vita sono molto limitate. Dopo l’intervento al colon fatto nel 2020 il primo accesso alla Maddalena risale a gennaio del 2021, grazie alle prescrizioni del medico di famiglia di Campobello di Mazara ora finito sotto inchiesta. Le metastasi al fegato lo hanno costretto a un primo intervento chirurgico e poi a diversi cicli di chemio: oltre venti nell’arco di due anni.
Risulta quasi assurdo che un latitante, cercato ininterrottamente dalle forze dell’ordine in tutto il mondo girasse in realtà indisturbato nella sua terra d’origine, teatro delle più sanguinose delle faide. Ma ancora più agghiacciante risulta quella che ormai è alla ribalta delle cronache per essere considerata “la profezia di Baiardo”.
“Che arrivi un regalino? Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?”. L’arresto dell’anno, quello del boss latitante da trent’anni, era stato infatti preannunciato due mesi fa -il 5 novembre 2022- ai microfoni della trasmissione di La7 “Non è l’Arena” da Salvatore Baiardo, pentito che gestì la latitanza dei fratelli Graviano.
Salvatore Baiardo aveva spiegato a Massimo Giletti che la cattura del boss sarebbe un “regalino al nuovo Governo”, guidato da Giorgia Meloni. “Sarebbe un fiore all’occhiello per il nuovo Esecutivo”, ha incalzato il pentito. Nel dettaglio Baiardo aveva ipotizzato, con formulazioni criptiche e allusive senza apportare alcuna prova, che la mafia avrebbe potuto offrire qualcosa in cambio allo Stato se il governo avesse abrogato l’ergastolo ostativo, vale a dire la pena prevista per alcuni reati di particolare gravità, come mafia o terrorismo, che fino ad allora impediva ai condannati che non collaboravano con la giustizia di accedere a misure alternative alla detenzione.
Ma Baiardo si è spinto anche oltre. La “trattativa Stato-Mafia non è mai finita. Tutto è possibile come quando è stato arrestato Toto Riina. Qualcuno potrebbe far sembrare tutto casuale? Magari tutto è già programmato da tempo”, ha aggiunto il collaboratore di giustizia. Infine, ha precisato: “Quando avverrebbe l’ipotetico arresto? ci sono delle date che parlano, non è che io sto inventando. Presumo sia arrivato il momento di fare un regalino”.
In molti hanno immediatamente rilanciato la “profezia di Baiardo” e il mondo politico è corso a smentirne la portata. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la trasmissione di Rete4 “Quarta Repubblica”,ha respinto ogni ipotesi di una possibile trattativa tra Stato e mafia per l’arresto di Messina Denaro, ribadendo come uno dei primi provvedimenti del suo governo sia stato proprio il decreto legge che ha confermato l’ergastolo ostativo.
Le parole di Baiardo potrebbero essere illazioni fondate su informazioni che erano più o meno note. Resta il fatto, indiscutibile, che a poco più di due mesi Matteo Messina Denaro è stato arrestato dopo una lunghissima latitanza.
(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati