Per quanto riguarda le pensioni, in attesa del testo definitivo della manovra, emerge che l’effetto degli interventi condurrà a una spesa di un miliardo di euro, la stretta sulle indicizzazioni degli assegni condurrà ad un risparmio di 2,5 miliardi per un risparmio complessivo di 1,5 miliardi
di Carlo Longo
Dalle tabelle del Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles le pensioni emerge che l’effetto combinato delle misure sugli interventi previdenziali conduce ad un risparmio di 1,5 miliardi.
Per quanto riguarda la spesa, con la manovra per il 2023, in tema di pensioni, è stata introdotta “quota 103” che consente l’uscita dal mercato del lavoro con 41 anni di anzianità e 62 di età. In questo modo il costo per i prepensionamenti, rispetto quello che si avrebbe avuto con la legge Fornero è di 6-700 milioni. Sono state, inoltre, prorogate Opzione donna e l’Ape sociale, oltre una rivalutazione rafforzata per le pensioni al minimo. E’ così, quindi, che per le pensioni si arriva ad un costo totale che si aggira intorno al miliardo di euro. Il testo comunque non è ancora definitivo e si attende per l’esame del 28 ottobre alla Camera.
A compensare le spese, comunque, sono state introdotte delle revisioni delle regole sull’indicizzazione degli assegni. In particolare, l’architettura a sei fasce in vigore finora non incide sulle pensioni fino a 4 volte il minimo (2100 euro lordi). La situazione cambia per gli assegni con un importo superiore a 6 volte il minimo (3150 euro) e in forma più forte man mano che gli importi salgono. Se da un lato emerge che, effettivamente, il numero di pensioni che viene toccato dalle nuove regole sono certamente una minoranza, dall’altro non si può non tenere conto che l’inflazione è altissima e gli effetti della modifica dei percentuali di rivalutazione importanti.
Nel complesso se la spesa in uscita è di circa un miliardo e il capitolo previdenziale ha un saldo positivo di 1,5 la stretta sull’indicizzazione conduce ad un risparmio di spesa per il governo intorno ai 2,5 miliardi nel 2023.
L’apporto delle pensioni comunque è solo un tassello nel mosaico delle coperture di una manovra che viaggia verso i 36-37 miliardi (i 37,8 indicati in tabella scontano l’effetto degli eventuali arrotondamenti). E che poggia su due pilastri: i 21 miliardi abbondanti di deficit aggiuntivo rispetto al tendenziale (1,1 punti di Pil) e circa 16 miliardi di «coperture»: di questi, intorno ai 6,5 miliardi sono aumenti di entrate, il resto è rappresentato da riduzioni di spesa.