Comincia lunedì a Maputo la visita del Presidente della Repubblica in un paese che grazie ai giacimenti di Cabo Delgado e grazie all’attiva presenza di Eni e Saipem potrebbe risultare fondamentale nella corsa agli approvvigionamenti di gas
dall’inviato Guido Talarico
Le storiche eccellenti relazioni che legano l’Italia al Mozambico hanno trovato un nuovo, potente collante nella guerra in Ucraina e nella conseguente crisi energetica che ha investito l’Europa. La visita di stato del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che comincia lunedì a Maputo, va collocata in questo quadro perché i tagli del gas Russo, già effettuati ed in arrivo, potrebbero trovare parziale ma buona compensazione nelle forniture per il nostro paese in arrivo proprio dal Mozambico, che ha le potenzialità per diventare il secondo produttore al mondo e che vede importanti aziende italiana, come Eni e Saipem, già coinvolte nelle attività estrattive.
L’Italia ed il Mozambico hanno legami storici non relativi all’epoca coloniale (qui c’erano i portoghesi, che hanno lasciato la loro come lingua ufficiale) ma non per questo meno importanti. Anzi, quella tra Roma e Maputo è una relazione speciale proprio perché discende dagli accordi di pace che portarono alla nascita della repubblica di questo grande paese (è il doppio del nostro) dell’Africa sud-orientale e che furono favoriti dalla mediazione italiana.
IL TRENTENNALE DELLA PACE DI ROMA
La fine della ultradecennale guerra civile che opponeva il Fronte di Liberazione del Mozambico e la Resistenza Nazionale Mozambicana fu infatti raggiunta a Roma 30 anni fa grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio, da decenni attiva in Mozambico. Un lavoro paziente, difficile che però portò alla firma di accordi che riunirono il paese, favorendo la nascita di una repubblica democratica, in grado di lavorare allo sviluppo e alla prosperità della nazione. Una mediazione importante che i Mozambicani non hanno dimenticato, anche grazie alla solidarietà che l’Italia ha mostrato in altri momenti difficili, ad esempio dopo le devastazioni causate nel 2019 dal passaggio dei cicloni Idai e Kenneth nelle regioni centro-settentrionali.
E’ questo clima positivo che ha consentito ad aziende come Eni e Saipem, ma anche a Nuova Pignone, Renco, CMC, Bonatti e Gruppo Leonardo, di lavorare bene in Mozambico. Per tornare al tema più importante, quello dei combustibili, e avere un’idea dei volumi possiamo ricordare che l’attuale investimento italiano nel gas di questo paese, che ha base a Cabo Delgado, ha un valore complessivo di circa 15 miliardi di dollari.
Significative in questo senso anche le parole che il Ceo di Eni, Claudio Descalzi, ebbe a riguardo nell’ormai lontano 2014. “L’Eni – disse Descalzi – ha fatto in Mozambico la più grande scoperta di gas della sua storia, 2.400 miliardi di metri cubi di gas che consentirebbero di soddisfare il bisogno degli italiani per 30 anni”.
AMICIZIA E ASPETTATIVE RECIPROCHE
La visita di Mattarella, che segue quella preparatoria del Ministro degli esteri, Luigi di Maio, avvenuta la scorsa primavera, si svolge in questo contesto di amicizia ed aspettative reciproche. Il momento storico generale è difficile per tutti. Gli orrori della guerra sommati alla crisi degli approvvigionamenti mettono l’Italia nelle condizioni di dover agire presto e bene non solo per mantenere inalterato il proprio sistema energetico ma anche per non perdere forza difronte ai russi e competitività sui mercati.
Allo stesso tempo per il Mozambico, gravato da un forte debito pubblico, le necessità italiane sono una occasione importante per dare un nuovo impulso alle attività estrattive che, anche a causa di attività terroristiche avvenute nel nord del paese, proprio dove si trova Cabo Delgado, hanno causato negli ultimi anni una serie di ritardi all’intero progetto. Insomma, sembra un buon momento per i due paesi per premere sull’acceleratore: per il Mozambico, per dare consistenza e prospettiva allo sviluppo economico del paese, all’Italia per avere maggiore autonomia energetica.
Il Presidente Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura e dal Segretario Generale Ugo Zampetti, a Maputo incontrerà il suo omologo mozambicano
che lo aveva invitato nel corso della sua visita ufficiale in Italia, avvenuta nel luglio 2019 e programmata nel marzo del 2020 ma poi rimandata per lo scoppio della pandemia da Covid. Mattarella incontrerà i vertici istituzionali della Repubblica del Mozambico e visiterà anche il centro Dream, gestito dalla Comunità di sant’Egidio nel quartiere periferico di Zimpeto, che rappresenta una delle testimonianze di maggior successo dell’impegno della società civile italiane per migliorare le condizioni delle fasce più fragili della popolazione mozambicana.
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