La riforma del patto di stabilità entrerà i vigore già dalla primavera del 2024. Si tratta di un nuovo sistema che aiuterà a tenere sotto controllo i conti pubblici, consentendo investimenti nelle transizioni verde e digitale
di Emilia Morelli
La presidenza spagnola di turno del Consiglio europeo ha annunciato che i ministri riuniti nell’Ecofin hanno raggiunto un accordo sulla riforma del Patto di Stabilità che prevede nuove regole “realistiche, equilibrate, adatte alle sfide presenti e future”. E proprio la ministra spagnola dell’Economia, Nadia Calvino, ha spiegato che l’accordo sulle nuove regole fiscali “è una notizia importante e positiva. Darà certezza ai mercati finanziari e rafforzerà la fiducia nelle economie europee”. L’annuncio poi confermato dal Commissario Paolo Gentiloni. Il nuovo patto sarà efficace già dalla primavera del 2024, perchè “non c’è tempo da perdere”. Da Bruxelles si sottolinea che le nuove regole permetteranno di tenere sotto controllo e in ordine i conti pubblici permettendo le spese per le transizioni verde e digitale.
Ad ogni modo, un elemento fondamentale per la ratificazione di questa riforma è stata l’ inclusione della clausola transitoria, voluta dall’Italia. Questa prende in considerazione l’aumento del costo degli interessi da ripagare sui titoli di debito pubblico, considerata la politica di aumento dei tassi portata avanti dalla BCE. Nel dettaglio, secondo il disposto della clausola fino al 2027 le regole di bilancio comuni saranno applicate con flessibilità, con la Commissione che terrà conto del maggior onere dovuto all’aumento dei tassi senza così incidere sui margini di spesa, soprattutto utili alla doppia transizione.
Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia italiano, ha affermato di aver preso parte all’accordo con spirito di compromesso inevitabile, data l’esigenza di ottenere l’approvazione di tutti i 27 paesi membri della Unione europea. “Ci sono alcune cose positive e altre meno. L’Italia ha ottenuto però molto e soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese volto a una parte a una realistica e graduale riduzione del debito mentre dall’altra guarda agli investimenti specialmente del Pnrr con spirito costruttivo”, ha aggiunto.
Gli fa eco la presidente del Consiglio Meloni, che ha sottolineato l’importanza di un “compromesso di buonsenso”, che per l’Italia è “migliorativo rispetto alle condizioni del passato”. In una nota di Palazzo Chigi si sottolineano inoltre le “regole meno rigide e più realistiche di quelle attualmente in vigore, che scongiurano il rischio del ritorno automatico ai precedenti parametri”, a detta della premier “insostenibili per molti Stati membri”.
Le successive fasi vedranno la discussione di questo accordo da parte del Comitato dei rappresentanti permanenti, che tenterà di definire un mandato di negoziazione. Successivamente, la posizione del parlamento rispetto a questo argomento darà il via a un negoziato formale tra le istituzioni, molto probabilmente a partire dal gennaio 2023.
Il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ha espresso ottimismo rispetto al corso degli eventi, prevedendo l’attuazione delle nuove regole prima delle elezioni europee. Questo sarà quindi seguito dalle linee guida sui bilanci per il 2025, come sostenuto dalla Commissione Europea.
Altri ministri dell’economia europei, come Christian Lindner per la Germania e Bruno Le Maire per la Francia, hanno espresso entusiasmo rispetto all’approvazione della riforma. Hanno sottolineato come le nuove regole di bilancio combinino in maniera equilibrata la necessità di mantenere bassi i deficit e di incentivare gli investimenti e le riforme strutturali. Secondo loro, sarà un passo avanti storico per tutta l’Europa e garantirà la stabilità finanziaria e una buona gestione dei conti pubblici per gli anni a venire.
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