Netanyahu non è disposto a prendere in considerazione il cessate il fuoco, nemmeno dopo l’accorato appello contenuto in un video diffuso da Hamas che mostra tre donne che, rivolgendosi direttamente al premier, lo accusano di stare cagionando indirettamente la loro morte
di Mario Tosetti
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è tornato a parlare alla nazione sottolineando che non è disponibile ad un cessate il fuoco, perchè secondo lui vorrebbe dire “arrendersi ad Hamas, arrendersi ai barbari”. “Gli orrori compiuti da Hamas il 7 ottobre ci hanno mostrato come il male non scomparirà da solo. Siamo noi a doverlo estirpare”, ha aggiunto Netanyahu. Gli appelli internazionali per un cessate il fuoco per il premier israeliano sono, quindi, irricevibili. ” La Bibbia dice che c’è un tempo per la pace e uno per la guerra. E questo è il tempo della guerra. Dal 7 ottobre siamo in guerra. non l’abbiamo scelta, né voluta, ma la vinceremo”, ha continuato.
Il premier israeliano, dopo aver ancora una volta condannato Hamas per i crimini commessi il 7 ottobre e perchè continua ad usare gli ostaggi palestinesi come merce di scambio, ha risposto alle domande dei cronisti. “Dimettermi? L’unica a doversi dimettere è Hamas. Faremo in modo che si dimettano dalla Storia”, ha risposto a quanti gli hanno chiesto se si senta responsabile del fallimento politico militare che si è realizzato lo scorso 7 ottobre. Sul tema degli ostaggi Netanyahu ha assicurato “si sentire tutta l’angoscia delle famiglie e capire perfettamente le loro preoccupazioni”. E tuttavia, ha detto, “la valutazione comune non solo del governo ma di tutte le forze di sicurezza e dell’esercito è che l’offensiva di terra crea in realtà la possibilità, non la certezza, di liberare gli ostaggi perché Hamas non lo farà se non è sotto pressione”.
Eppure molti ritengono che a Gaza si stia consumando un vero e proprio genocidio ai danni dei palestinesi. Secondo Netanyahu l’obiettivo è Hamas e “nessun civile dovrebbe morire”, eppure le vittime del conflitto sono già oltre 8 mila. Il premier ha poi evidenziato che non è Israele a non volere che i civili si spostino in zone sicure della Striscia ma Hamas. Sotto le pressioni, non solo dell’opinione pubblica internazionale, ma della stessa Casa Bianca, Netanyahu ha assicurato comunque che “faremo di tutto per prevenire vittime civile – non solo con la zona sicura ma anche facendo entrare tutto ciò di cui c’è bisogno – cibo, acqua, medicinali e così via”.
Nel frattempo, poche ore prima della conferenza di Netanyahu Hamas ha diffuso un video in cui si vedono tre donne tra gli ostaggi di Hamas che rivolgono un appello proprio al premier attaccandolo in maniera diretta. “Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello stato per il tuo disastro del 7 ottobre”, afferma nel filmato la donna al centro delle tre che si suppone sia la portavoce del gruppo. “Non c’era l’esercito, non c’era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 ottobre, non c’è l’esercito e noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili. Ieri c’è stata una conferenza stampa e doveva esserci un cessate il fuoco. Ma non è stato così, noi siamo ancora qui sotto le bombe”, continua ancora la donna. E ancora “Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai abbastanza massacrato? Non sono morti abbastanza cittadini israeliani? Liberaci adesso, libera i loro cittadini, libera i loro detenuti!”.
Il premier non si è scomposto di fronte alle parole piene di rabbia e ira. Le ha sminuite, lasciando intendere che fossero parole pronunciate dietro pressione di Hamas e definendo il filmato parte di “una campagna psicologica crudele”. “Mi rivolgo a Yelena Tropanov, Danielle Alloni e Rimon Kirscht che sono state rapite da Hamas-Isis in quello che è un crimine di guerra: io vi abbraccio, il nostro cuore è con voi”, ha detto il premier israeliano, ribadendo il suo impegno “per riportare a casa gli ostaggi e i dispersi”. In serata al video appello degli ostaggi si è aggiunto ance quello dei parenti dei sequestrati. “Chiedo ai leader occidentali di fare pressione, chiedo al presidente Biden di fare il possibile per riportare gli ostaggi a casa. Il tempo sta passando ma non è tardi per riportarli a casa”, ha detto il parente di una delle donne comparse in video.
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