Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd. Il suo primo dichiarato intento è mantenere unito il partito, di per se disgregato in numerose correnti. Intanto il primo ad annunciare l’addio al Pd è uno dei suoi fondatori Beppe Fioroni che ha anche fatto sapere di aver dato vita ad un nuovo network. La capogruppo Dem alla Camera Serracchiani ha fatto sapere di essere disponibile a rimettere il mandato

di Emilia Morelli

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico. La Commissione nazionale per il Congresso ha comunicato i dati definitivi sull’affluenza alle primarie e i risultati del voto. Votanti: 1.098.623. Risultati: Schlein 587.010 (53,75%), Bonaccini 505.032 (46,25%). Il passaggio di consegne tra Schlein e Letta è avvenuto in un clima informale, al Nazareno. La nuova segretaria dem ha ringraziato Enrico Letta per il lavoro svolto e  ha immediatamente fatto sapere: “Ci riuniremo in questi giorni con la mia squadra per capire i primi passi e le prime scelte. Ma vorrei dire, sulla partecipazione, che vogliamo lavorare da subito per aprire il prima possibile il nuovo tesseramento”.  Prima di presentarsi davanti ai giornalisti, Letta e Schlein si erano confrontati privatamente per circa due ore sulle prossime sfide che attendono i democratici. L’investitura formale avverrà all’assemblea del partito annunciata per il prossimo 12 marzo.

Elly Schlein punta all’ardua impresa di tenere unito un partito di per sè molto frammentato. “Dobbiamo lavorare per il rilancio e tenere insieme la comunità è fondamentale senza rinunciare a una linea chiara e comprensibile. Avremo cura della storia e dei valori del Pd e li proietteremo al futuro. Questo sarà il nostro sforzo in questi primi giorni di lavoro”, ha sottolineato la prima leader donna del Pd.

La neosegretaria ha ricevuto gli auguri da parte del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Quest’ultima non ha mancato di lanciare un vero e proprio guanto di sfida alla 37enne nata a Lugano. “Mi aspetto un’opposizione spietata”, ha detto Meloni che ha aggiunto, “confronto delle idee non mi ha preoccupato, mai spaventato. Le ho sentito dire che Il pd “sarà un problema per il governo Meloni: per noi la democrazia non è stata un problema mai, semmai lo è stato per la sinistra per noi il confronto se è fatto sulle idee è una buona notizia. Sicuramente sono pronta al confronto e le auguro ancora lavoro”.

E’ iniziato il terremoto nel Pd

A nemmeno 24 ore dall’esito delle primarie Beppe Fioroni, uno dei fondatori del Pd ex ministro dell’Istruzione nel governo Prodi II ha annunciato l’addio al partito.  “E’ un Pd distinto e distante da quello che avevamo fondato che metteva insieme culture politiche diverse dalla sinistra al centro, con i cattolici democratici, i popolari e la Margherita. Oggi legittimamente diventa un partito di sinistra che nulla a che fare con la nostra storia, con i nostri valori e la nostra tradizione”, ha affermato Beppe Fioroni annunciando la nascita di “un nuovo network dei cattolici e democratici “Piattaforma popolare – Tempi nuovi” per farla diventare la casa di tutti quei popolari e cattolici che sono stati marginalizzati e allontanati”.

Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, ha fatto sapere di essere disponibile a fare un passo indietro e rimettere il mandato. “Se come gesto di “benvenuto” metterei a disposizione il mio mandato? Posso parlare solo per me: è naturale che sia così”, ha affermato Serracchiani specificando che avrebbe fatto lo stesso anche se avesse vinto Bonaccini.  “Ed è vero che i gruppi. parlamentari sono il luogo dove il partito farà l’opposizione più dura e determinata. La Camera è il luogo dove oggi siamo riusciti a farla questa opposizione, penso ai temi della giustizia, delle Ong e della manovra di bilancio. Io continuerò a fare la mia parte”, ha poi rivendicato la deputata.

La corrente a sostegno di Bonaccini: “Ora dipende tutto da lei”

Tra sostenitori di Stefano Bonaccini, uscito sconfitto dalle primarie del Pd, si respira ovviamente un clima di delusione ed è evidente la preoccupazione per una possibile disgregazione del partito e pertanto “ora dipende tutto da lei”.  “Noi saremo leali, ma non diciamo che la sosteniamo. Noi restiamo a rappresentare un’area consistente del partito che Schlein non l’ha votata. A partire dagli iscritti che hanno votato Bonaccini con 18 punti di distacco”, hanno sottolineato dal fronte Bonaccini aggiungendo, “e noi non chiediamo nulla, non chiediamo certo di entrare in segreteria”.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati