La terza edizione della Intelligence Week al Palazzo delle Stelline di Milano: il confronto sulle nuove sfide della transizione energetica

Redazione

Le nuove sfide della transizione energetica al centro della terza edizione della Intelligence Week, in corso al Palazzo delle Stelline di Corso Magenta 61 a Milano. L’invisibile è diventato visibile: l’energia, fattore dato sino a ieri quasi per scontato nella nostra quotidianità, si è trasformato con il Covid, il conflitto russo-ucraino, ed una serie di fattori speculativi, tema dominante nel discorso pubblico e nel contesto geopolitico, con ricadute quanto mai evidenti sulla vita di miliardi di persone. Rinnovabili, reti, logistica, stoccaggi, acqua, gas, idrogeno, fossili, nucleare: se ne è parlato  mercoledì 23 novembre, nella prima delle due giornate promosse dalla milanese iWeek, joint venture di Vento & Associati e Dune, ed in partnership con Esso Italiana, FNM, Deloitte Legal, BrianzAcque, ITA-ICE, Partecipazioni, e Fondazione Stelline. Terza edizione dunque, ma la prima dal vivo, come rimarcato da Andrea Vento, Ceo di iWeek e V&A, che ha aperto i lavori assieme ad Emanuele Marcianò, presidente di  iWeek e CEO di Dune. Con loro Simone Crolla, managing director della American chamber of commerce in Italy, che ha annotato il positivo riavvicinamento del blocco europeo agli Stati Uniti causato dai recenti eventi sullo scacchiere geopolitico mondiale: “La sicurezza energetica è centrale per il nostro futuro. Unione Europea e Usa hanno realizzato una task force congiunta per una maggiore cooperazione e per accelerare il decoupling dalla Russia. Una cooperazione che nasce anche da una attività di intelligence, intesa come capacità di adattarsi a nuove situazioni”. I lavori sono quindi entrati nel vivo con un primo talk sulle “Infrastrutture energetiche per la “libertà”: rinnovabili, reti, logistica e stoccaggi”

Andrea Vento

Iezzi (Swascan): “nel 2022 il settore energetico italiano è stato vulnerabile agli attacchi cyber”.

Con una relazione introduttiva affidata a Pierguido Iezzi, CEO di Swascan – Tinexta Group si è appreso della “Vulnerabilità cyber nel settore energetico italiano”. Tema quantomai rilevante, poichè l’analisi realizzata attraverso la Swascan Threat Intelligence platform ha rivelato che ben il 15% delle realtà prese in analisi ha un livello considerato ‘alto’ di vulnerabilità rispetto a cyber-attacchi: “La sfida non sta più solo nella ‘detection and reaction’, ma anche nel saper anticipare la minaccia”, ha spiegato Iezzi. I rischi possono giungere da più fronti: in primis dallo stesso sito internet, poi attraverso attività di social ingeneering, che riguardano la sfera dello human risk. L’attaccante potrebbe già avere le credenziali per accedere al servizio, ad esempio se sono state scaricate determinate App o cliccando su link malevoli. Rischi ancor più evidenti se si considera che ormai spesso il dispositivo personale è legato all’azienda ed ai suoi dati. I pericoli circolano inoltre anche sulle mail aziendali. La vulnerabilità delle imprese del settore energetico italiano ha inoltre conosciuto un incremento importante dal 2021 al 2022: “L’Italia è oggi sicuramente un target – ha conluso Iezzi – uno dei Paesi più soggetti ad attacchi. Da qui l’importanza di una sicurezza proattiva e preventiva: la chiave per affrontare le cyberminacce specie alla luce del contesto geopolitico che stiamo vivendo”.

Bianco (Suez Italia): “negli ultimi anni cambiato il modo di intendere la transizione”

“Questi ultimi anni hanno cambiato la nostra interpretazione di cosa sia la transizione energetica, che prima era intesa quasi esclusivamente come decarbonizzazione, mentre oggi significa modificare l’assetto del proprio approvvigionamento anche ai fini della sicurezza, dell’indipendenza e della creazioni di condizioni stabili in termini di costo di accesso all’energia”. Così Massimiliano Bianco CEO Suez Italia ha quindi dato il via al confronto, moderato dalla giornalista Laura Galvagni, sulle infrastrutture, assieme a Riccardo Fuochi, presidente di Swiss Logistics Center e vicepresidente di Assologistica, Gianfilippo Mancini, CEO Sorgenia, Gianni Murano, presidente e consigliere delegato ESSO italiana srl, Tiziana Vallone, vicepresidente ManagerItalia e partner Studio Vallone. “Il percorso tracciato è quello dell’elettrificazione e della prevalenza delle rinnovabili – ha proseguito Bianco -. Ma come ci si arriva, intanto che il delta dei prezzi è già esploso? Serve uno sforzo di accelerazione ed una maggiore efficenza. E tempi stretti nei procedimenti amministrativi per le infrastrutture energetiche, con particolare attenzione agli impianto di accumulo, che sostengono la transizione dal fossile al rinnovabile”.

Emanuele Marcianó

Murano (Esso Italiana): Decrescita felice obiettivo non realistico, nei decenni a venire vi sarà ancora una quota di fossile e sarà necessario quadruplicare investimenti in rinnovabili

Il Presidente di Esso Italiana Gianni Murano ha presentato un rapporto estrapolato dal World Energy Outlook 2022 della IEA, ed arricchito di dati dall’energy outlook della stessa ExxonMobil. Il report affronta tra le altre cose il tema della crescita della popolazione mondiale nella prospettiva dei prossimi decenni: “A crescere sarà soprattutto la middle class, con capacità di spesa e quindi con maggiore fabbisogno energetico – ha annotato Murano -. La decrescita felice è una favola. Guardando a livello globale, il bisogno energetico cresce. I Paesi in via di sviluppo continuano nel loro processo di crescita e non si possono fermare, avendo bisogno di energia. Una popolazione di circa un miliardo e mezzo di persone meno interessata a quale energia sfruttare, purchè sia energia in grado di soddisfare la crescente richiesta di consumi”. Ne consegue che la crescita dell’attenzione verso le rinnovabili e la ritrovata attenzione verso il nucleare, da una prospettiva pienamente globale, non sostituiscono del tutto l’esigenza del fossile, perchè rimane la necessità di un mix di tutte le fonti: nel 2050 i fossili copriranno ancora il 60% della domanda globale. Ed il gas russo, che l’Europa non vuole più, andrà in Asia”, ha spiegato Murano. L’elettrificazione, con maggiore componente di rinnovabili, porta inoltre a criticità che sono già note, legate in primis alla necessità di approvvigionamento di minerali fondamentali ma che non si trovano in Europa, bensì in Cina, Australia e Sud America: “La domanda raddoppierà, l’offerta no, da qui l’aumento dei prezzi del full electric – ha annotato Murano.” In sostanza servono strumenti e risorse per accompagnare la transizione nei prossimi decenni: in un quadro realistico di mantenimento del ricorso al fossile, per superare la sfida, occorrerà moltiplicare almeno per quattro la necessità di investimenti per le rinnovabili.

Mancini (Sorgenia): “Solare, in Italia dieci milioni di tetti: ci sarà un ritorno importantissimo”

Il modello di Sorgenia si basa sullo sfruttamento delle rinnovabili per quanto riguarda le esigenze ordinarie, servendosi del gas per le emergenze. Ha spiegato il CEO Mancini: “Il mondo dell’energia non è attraversato da una turbolenza ma da un cambio di paradigma che investe anche la sicurezza. L’energia non è più una commodity, un bene indistinto ed invisibile, bensì qualcosa di essenziale di cui occuparsi e preoccuparsi”. In Europa si assiste ad una spinta mainstream verso le rinnovabili che pone sfide infrastrutturali importanti. Il gas pare in tale contesto rimanere un elemento strategico per bilanciare la rete, offrendo un parco flessibile. E Mancini ha sottolineato l’importanza di investire sullo stoccaggio. Quindi, una riflessione sull’energia solare: “Bill Gates sembrava un visionario quando prediceva un futuro in cui ci sarebbe stato un pc su ogni scrivania. Qualcosa di analogo potrebbe verificarsi con i pannelli solari, se consideriamo che oggi in Italia ci sono 10 milioni di tetti: il fotovoltaico avrà un ritorno importantissimo. Ed  i prezzi dell’energia finiranno per essere più bassi di giorno e più alti di notte”, si è detto convinto Mancini. Ma attenzione, poichè fotovoltaico vuol dire anche batterie, pompe di calore, mobilità elettrica: “C’è quindi grande importanza anche per gli aspetti legati al software ed all’elettronica”

Fuochi (Assologistica) e lo strapotere degli operatori marittimi asiatici

Con Fuochi il dibattito si è quindi spostato su altri dilemmi posti dalla logistica. “Un settore che è stato riscoperto con la pandemia – ha commentato il vicepresidente di Assologistica – quando proprio la logistica è stata l’unica industria che ha continuto a lavorare incessantemente nonostante il lockdown. Un settore che più di altri deve passare dal fossile ad altre fonti”. Se si parla di logistica oggi, non si può prescindere dalla considerazione che il commercio marittimo vale il 70-80 per cento delle merci trasportate e pesa per il 12 per cento del Pil mondiale. L’Asia, ed in particolare la Cina, sono leader mondiali, con dieci operatori marittime associatisi in tre distinte alleanze che trasportano l’85% dei container di tutto il mondo. Un grande potere e profitti incredibili, 270 miliardi di dollari in previsione nel 2022, nonostante una sensibile riduzione negli ultimi mesi. “Ma ormai le grandi compagnie hanno già iniziato a reinvestire gli ingenti capitali guadagnati comprando i porti, le banchine, le aziende di autotrasporto in modo da dominare sull’intera catena logistica – ha spiegato Fuochi -. Non è tutto: queste realtà si sono affacciate anche sull’autotrasporto e sul settore aereo della logistica”. Per l’Italia potrebbero prefigurarsi scenari interessanti poichè il nostro Paese ha un ruolo commerciale centrale nel Mediterraneo, con gli armatori italiani che potrebbero prendersi la fetta maggiore del traffico delle future nuove produzioni dall’Africa, secondo alcuni esperti destinata a diventare la “nuova Cina”.

Vallone (ManagerItalia): “Verso supply chain resilienti”

L’importanza del commercio marittimo è stata ribadito da Vallone, che ha ricordato come il blocco della Evergreen nel canale di Suez avesse portato alla paralisi del 7 per cento dei traffici internazionali. La morale? “Oggi si va verso una gestione asimettrica della supply chain, in cui tutto sarà mobile e volatile a causa di scenari internazionali geopolitici e delle crisi climatiche. Forniture strategiche possono saltare sempre da un momento all’altro”. Quale possibile contromisura: “Supply chain resilienti ed una maggiore digitalizzazione di tutta la filiera”. Per la vicepresidente ManagerItalia il settore potrebbe essere alla vigilia di un cambiamento tanto epocale quanto lo è stato per il ventesimo secolo l’introduzione dei container.

L’Intelligence Week è proseguita nella giornata del 23 novembre con una serie di altri talk. Il 30 novembre una nuova sessione di lavori alla Fondazione Stelline per parlare dalle 10.30 ancora delle sfide della transizione energetica, con focus in particolare sul Green Hydrogen realizzato in collaborazione con Deloitte Legal, dagli scenari alle prospettive, trattando anche di innovazione, soluzioni industriali e investimenti finanziari.

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